Ieri mi sono recato sul cantiere inaugurato per un tratto di ferrovia verso la lunghissima Pescara-Roma, tutta ancora da progettare e finanziare. La mia presenza – oltre a essere un gesto di solidarietà con le popolazioni che abitano in quei territori – ha avuto anche una funzione accertativa, in quanto il presidente romano ci ha abituato a inaugurazioni farlocche (vedi allungamento della pista dell’aeroporto e distretto sanitario di San Valentino in Abruzzo citeriore).
Sento di poter affermare che l’equivoca inaugurazione odierna è soprattutto funzionale a distogliere le attenzioni dal disastro sanitario causato da questa giunta regionale e dalla conseguente imposizione di nuove tasse agli abruzzesi.
Sento di poter affermare che è grave la posizione di rigetto aprioristico presa dalla Regione su un tracciato idoneo – la cosiddetta Variante Plus – a fronte di una progettazione di Italfer concepita con distrazione e sbadiglio. La Variante Plus può essere valutata e validata poiché ci sono le vasche di laminazione, odiate poiché fatte dalla giunta regionale di cui ero presidente. Va ricordato che
spetta proprio alle Regioni la competenza sui tracciati delle infrastrutture, secondo quanto previsto dall’articolo 117 della Costituzione, ribadito con sentenza n. 303/2003 della Corte Costituzionale in materia di infrastrutture ferroviarie.
Sento di poter affermare che è gravissimo basare i lavori su un piano di fattibilità tecnico- economica (ingegnerizzato da Italferr su mandato di RFI) che prevede la demolizione di una serie di edifici con relativo sfollamento di oltre 80 famiglie, di alcune realtà economiche e, nel territorio di Alanno, di due fabbriche metalmeccaniche con una settantina di lavoratori direttamente impiegati, oltre all’indotto.
Sento di poter affermare che Marsilio e la sua giunta dovrebbero andarsene al più presto, prima di combinare altri guai sulla pelle degli abruzzesi.
