Le liste di attesa all’ospedale di Pescara sono giustamente oggetto di accertamento penale ma
dovrebbero essere anche oggetto di ricerca accademica sulle ragioni di un disastro organizzativo di dimensioni ciclopiche che ogni giorno si verificano a danno della cittadinanza.
Comunico la mia solidarietà verso le assediate persone fisiche ai vertici della Asl, poiché immagino
i bombardamenti telefonici che patiscono ogni giorno, nella direttrice telefonica che va da Piazza
Unione alla direzione Asl.
Ho anche pensato di parlare con i nuovi vertici Telecom per impedire tali connessioni telefoniche.
Consiglio a tali vertici, come strategia di difesa, l’argomento che non riescono proprio a stare dietro
alle pressioni che ricevono: praticamente la Asl di Pescara è un assuntificio a chiamata telefonica.
Mi raccontano di posizioni organizzative negoziate fino allo sfinimento.
Mi viene riferito che il direttore generale è oltremodo pentito poiché confronta questo lungo periodo
infernale al passato che pure conosce e riconosce.
La più grande risorsa di un direttore generale non selezionato ristorantemente (per esempio presso il
ristorante “Papà pescatore” di Montesilvano) è l’autonomia organizzativa e valutativa. Dr. Veritiero
sei ancora in tempo per ricostruire la tua dignità direttoriale.
Decenni di lavoro frantumati per un insopportabile safari telefonico causato da richieste di ogni tipo, ogni giorno, come se la Asl di Pescara fosse un AutoGrill della migliore tradizione Sarni Oro.
Sono convinto che il fascicolo giuspenalistico insediato dalla Procura di Pescara possa costituire
una grande risorsa per ritrovare l’autonomia organizzativa e decisionale della Asl.
Potrebbe essere valorizzato come un vincolo esterno di recupero della correttezza, potendo
argomentare – davanti alle ripetute richieste telefoniche – semplicemente che ciò che viene chiesto per esigenze numeriche di competizione politica non si può fare, perché non è corretto e perché la legge ha acceso i fari doverosamente.
