Quelli che abbiamo davanti saranno 30 mesi impegnativi ed esigenti. Serve una nuova macchina
fotografica che rilevi le emergenze, i bisogni e le opportunità che non possiamo trascurare. La
Regione ha in pancia 3 miliardi di euro: serve ritrovare la motivazione, l’entusiasmo e l’ambizione
progettuale. Vedo alcune grandi questioni da affrontare: intanto deve essere facile realizzare progetti di vita economica in questa città; in secondo luogo, qui cominciano a essere troppi gli omicidi; terzo, le grandi infrastrutture come il fiume, che deve tornare pieno di acqua di qualità, o come l’ospedale, che deve essere fatto su misura per la domanda di salute dei cittadini grazie a una diagnostica facile e al contrasto delle acuzie. Pescara ha i numeri per mettere in campo un nuovo progetto di sanità pubblica.
C’è la grande questione concernente l’accesso alle grandi distanze: l’aeroporto si può ingrandire recuperando la parte militare dell’infrastruttura e restituendo alla comunità le nuove opportunità di connessione attraverso il cielo. Dobbiamo ragionare con i grandi vettori, Ryanair ma non solo, per organizzare convenienze affinché sia facile andare da Pescara in ogni dove, anche tornando a volare sulle
lunghe distanze come accadeva una volta.
Inoltre, questa città si può permettere una zona franca urbana, come è successo nel 2005. Infine c’è il tema della vita notturna, in un territorio che deve
conciliare voglia di divertimento, necessità di sicurezza e diritto al riposo.
Quanto alla modalità: Affinché le risorse vengano messe a terra servono le idee, serve stilare una
graduatoria dei problemi, serve assunzione di responsabilità senza la paura della firma. Tutto questo è nella cifra della politica e il PD ha nella sua mappa cognitiva la partecipazione, che è il
fondamento grazie al quale siamo qui a discutere”.
Io non credo che i pescaresi vogliano una città usa e getta. Serve una mappa ambiziosa affinché in questa città ci sia qualità e quantità della vita, coesione e competizione. Una mappa che vogliamo stilare creando un cantiere delle intelligenze, che devono tornare a concepire questa città come un luogo delle opportunità.