Presidente,
sull’ex manicomio di Teramo lei continua a raccontare bugie. Capisco che, essendo in campagna elettorale, lei debba adornare con lustrini e paillettes la scatola vuota della sua inconsistente azione amministrativa, ma non è mentendo che metterà riparo a cinque lunghissimi anni di colpevole distrazione. Ma andiamo alle origini di questa vicenda:
- la riqualificazione dell’ex manicomio di Teramo viene finanziata con 35 milioni di euro
contenuti nel Masterplan approvato nel maggio 2016 grazie a un accordo tra la giunta regionale che ho presieduto e il governo nazionale: l’obiettivo è farne una cittadella culturale. L’ateneo viene scelto come soggetto attuatore, avendo tutte le potenzialità per portare avanti il progetto; - a febbraio del 2019 il centrodestra va al governo della Regione Abruzzo. Il progetto non solo viene bloccato, ma è addirittura definanziato per spostare risorse sull’emergenza Covid.
- nel novembre del 2021 scrivo al vescovo di Teramo, mons. Lorenzo Leuzzi, invocando la celebrazione di una messa per far partire i lavori. Ma neanche l’intercessione divina serve a
sbloccare l’appalto; - con la firma dell’accordo sui Fondi di sviluppo e coesione del 7 febbraio scorso, la Regione
targata centrodestra ripristina soltanto una parte di quelle risorse: 20 milioni. Dunque ne mancano ancora 15 per pareggiare lo stanziamento iniziale del Masterplan. Il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, che sa leggere le carte, giustamente protesta e chiede il reintegro totale del finanziamento; - e siamo alle dichiarazioni che lei ha fatto ieri, 15 febbraio. Dopo aver scaricato la colpa del taglio dei fondi sull’università (“l’opera è stata definanziata per responsabilità del soggetto attuatore” che appunto è l’ateneo) ha dichiarato: “Non è vero che mancano i fondi, il rifinanziamento è completo”. Successivamente ha sostenuto: “Con 20 milioni si ristrutturano almeno 4 edifici all’interno del complesso e si faranno con priorità quelli di maggior interesse per l’università”. Quest’ultima frase rivela una contraddizione: se con i 20 milioni si riqualificano “almeno 4 edifici all’interno del complesso” significa che per gli altri edifici dovranno essere trovate altre risorse. Non occorre una laurea in architettura: è una mera questione di logica. Dunque i 20 milioni non sono sufficienti per tutta la struttura, e allora cade anche l’assunto “il rifinanziamento è completo”. Ecco svelate le bugie.
Presidente, la sfido a un confronto pubblico sull’ex manicomio di Teramo; scelga lei data e luogo. Stiamo parlando di una struttura insediata nel cuore urbano, con potenzialità enormi dal punto di vista culturale, che attende solo di essere riportata alla funzionalità. La città di Teramo non merita distrazioni e menzogne: sostenga le sue ragioni in un faccia a faccia, senza scappare come ha fatto finora. Io la sto già aspettando.