Questa conferenza stampa non è stata soltanto un atto di riconoscimento per chi ha saputo resistere e per chi vi ha messo bravura professionale. Il principio cardine (anche per chi indaga) dev’essere l’emersione della verità e non l’accettazione della verosimiglianza.
Sui fatti vergognosi che hanno riguardato il cittadino Ezio Stati ho presentato interrogazione in Parlamento poiché dobbiamo conoscere i documenti secretati riguardanti gli errori accertati di figure singolari e bene individuate della polizia giudiziaria. Acquisiremo ogni foglio di carta che dimostrerà gli inganni patiti dai PM nel dossier di cui si sta scrivendo.
Questo processo ha rappresentato un antagonismo tra accusa e imputato: ci fu pornografia giudiziaria, hanno agito figure che io chiamo cultori dell’errore, scientificamente progettato con la volontà di stupire e meravigliare.
Io mi chiedo: perché alcuni contrattualizzati dello Stato (pochi per fortuna, tre a Pescara e uno a L’Aquila) mettono in campo questa condotta? Noi dobbiamo fare in modo che davanti all’errore ci sia il conferimento certo di una responsabilità. Va ricostruito l’equilibrio nella società affinché tutti sappiano che chi sbaglia paga, anche se porta la divisa.
Anche la polizia giudiziaria deve essere soggetta all’articolo 358 cpp e deve sottostare a quattro regole: uso limitato e moderato degli aggettivi, obbligo di formazione triennale, obbligo di rotazione nelle funzioni, assegnazione degli encomi fatta al termine di un procedimento e non all’inizio.
Su questi argomenti abbiamo costituito un intergruppo in Parlamento e c’è una altissima sensibilità sul tema poiché non è giusto che questa democrazia sia infettata dalla paura che ci siano delle figure che ti piombano nella vita e te la rovinano.
Il 14 giugno prossimo fornirò tutti i particolari.
Noi vogliamo un recupero di normalità. Per questo sono venuto a dire a Ezio Stati: grazie, ti sono vicino e continuerò a lavorare per le ragioni di una giustizia giusta.