Intervista GRANDANGOLO

Luciano D’Alfonso ospite di Grandangolo. Mentre si attende la formazione del nuovo Governo, l’Italia e gli italiani sono alle prese con una vera e propria crisi energetica.
Il primo tema affrontato nell’intervista a Luciano D’Alfonso, eletto alla Camera per il PD, nell’appuntamento politico di Grandangolo, condotto dal direttore del Capoluogo David Filieri. E sulla rigenerazione del Pd“Il partito torni ad ascoltare i territori e ridefinisca valori netti, non negoziabili”. L’intervista

CARO ENERGIA – “Il prossimo 13 ottobre comincerà il lavoro dei due Parlamenti rinnovati, il Senato e la Camera dei Deputati. Subito dopo inizierà il lavoro istruttorio per la conversione in legge del Dl Aiuti Ter: di sicuro una Commissione speciale – sia alla Camera che al Senato – si occuperà di un lavoro di esame e di irrobustimento del contenuto del Decreto legge, poiché le misure previste vanno arricchite in considerazione dei numerosi problemi riguardanti sia l’approvvigionamento energetico che il sistema economico del Paese. Bisognerà trovare nuove risorse per dare copertura alle necessità che si paleseranno”.

“Inoltre – continua D’Alfonso – c’è un altro fattore da tenere in considerazione. Cioè questa voglia di guerra che si sta diffondendo dal Nord Europa all’indirizzo dell’intera Europa e del mondo. Mi auguro che questo fattore, che sta a monte rispetto all’impazzimento dei costi dell’energia, trovi subito una soluzione. L’escalation atomica è un’opzione che non dovrebbe neanche esistere. Dobbiamo assolutamente recuperare capacità di giudizio: la politica deve fare la politica, il Governo deve fare il Governo, ma anche le organizzazioni internazionali devono recuperare ruolo e forza per cancellare la guerra come opzione possibile“. 

BILANCIO – Sull’ipotesi scostamento di bilancio qual è il pensiero di Luciano D’Alfonso?
“È evidente come, purtroppo, l’agenda politica sia bloccata da una specie di pozzanghera derivante da due realtà: l’una in scadenza, l’altra in entrata. Non si sarebbe dovuti arrivare alle elezioni, non in un momento come questo.
La domanda di scostamento la pone il Governo: il limite di questo attuale Governo è che non ha più una sua legittimazione. Adesso, l’eventuale scostamento deve essere oggetto della considerazione del Governo in uscita e di quello in entrata. Purtroppo oggi ci sono queste incertezze e se nell’ambito delle economie non ci sono le coperture per far fronte a tutte le urgenze del Paese è chiaro che lo scostamento è una soluzione, pur comportando ulteriore indebitamento. Ora è necessario convocare tutti gli organismi preposti, io – in quanto presidente della Commissione Finanze – posso riconvocare la Commissione fino al 13 ottobre e, personalmente, do ogni disponibilità in attesa che coloro i quali hanno le idonee competenze facciano ciò che si richiede e ciò che deve essere fatto. Quello che è certo, tuttavia, è che il Decreto Aiuti Ter è superato dai fatti. A questo punto, quindi, abbiamo due strade di fronte: o ridiscutere misure già collocate e che danno luogo a delle economie da trasferire rispetto agli ulteriori fabbisogni o – e questa è la seconda strada possibile – scommettere sullo scostamento di bilancio. Misura, questa, che va votata da un Parlamento legittimo che nascerà solo il 13 ottobre“. 

ESCALATION NUCLEARE – Tornando al pericolo di una guerra e all’escalation nucleare, D’Alfonso aggiunge:
“Innanzitutto, penso che ci sia la sconfessione, anche dovuta a questi fatti, delle linee isolazioniste, confiniate, sovraniste degli Stati nazione che si chiudono nella dimensione domestica e domiciliare. Questo è il tempo in cui i problemi sono più grandi delle dimensioni statuali nazionali. Serve la grande capacità di lavoro delle Organizzazioni internazionali o delle Federazioni di Stati. Mi aspetto molto dall’Europa, dall’Onu e mi aspetto, soprattutto, una rivisitazione di compiti anche dalla NATO. Sono assolutamente preoccupato, però, quando la NATO dice che ad un’azione da escalation nucleare della Russia si possa rispondere localizzando il conflitto sul piano nucleare. Sarebbe una sconfitta dell’umanità dettata da una pazzia che non possiamo neanche rendere dicibile. Mi aspetto che le autorità morali internazionali si facciano sentire, mi aspetto che la grande realtà della Chiesa assuma iniziative ulteriori. I grandi sindaci delle Metropoli, inoltre, facciano sentire la loro forza di persuasione. Non è possibile che qualche folle per passare alla storia provi a cancellare la storia dell’umanità. E la politica si è rimpicciolita perché non riesce a graduare la gravità di tali fatti. Abbiamo perso capacità di giudizio e questa è una diretta conseguenza dell’azzeramento della pubblica opinione“. 

IL PD DEL FUTURO – “Il Pd sa che dovrà andare all’opposizione. Mi auguro che non ci siano più occasioni per fare un governo di necessità, esperienze che denaturano i partiti. Dal punto di di vista della sua rigenerazione, il partito ha bisogno di riconcepire una sua idea di Paese. E nel rapporto tra Paese ed Europa, bisogna ridefinire qual è il nostro punto di vista nei confronti dell’Europa. Quali sono i valori non negoziabili, che vanno assunti radicalmente, innanzitutto giustizia e libertà. L’ambiente che va tutelato. E ancora la cultura delle garanzie, i diritti civili…tutto ciò richiede un vero e proprio sinodo. Il partito deve essere compreso come una forza che fa battaglie, anche mortali, sulle questioni non negoziabili. Riformismo non significa un cedimento progressivo, ma una capacità di aggiungere. Serve nettezza delle posizioni e delle motivazioni. Dobbiamo tornare ad ascoltare i territori e le nuove realtà, senza ricercare la facilità dei giudizi istantanei. Il partito deve tornare a zappare il territorio. E può farlo, perché abbiamo la miglior classe dirigente d’Italia, ma deve porsi obiettivi ambiziosi“. 


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