incontro al MEF e missiva ai ministri Patuanelli e Franco perché serve una soluzione tempestiva contro le sofferenze di 30mila imbarcati e di una filiera di 100mila persone
Questa mattina, a Roma, nel corso della protesta organizzata dalle marinerie dell’adriatico per richiamare l’attenzione del Governo sui rincari del gasolio e sulla onerosità dei costi anche bancari da tempo insostenibile, sono riuscito a ottenere nello spazio di pochi minuti, anche dietro premura della Questura di Roma, un incontro tra una delegazione di armatori, tra cui anche Francesco Scordella il presidente dell’associazione armatori di Pescara, e il Sottosegretario al MEF Alessandra Sartore. Si è trattato di un incontro interlocutorio necessario e istruttorio che ha evidenziato al Sottosegretario i nodi specifici della protesta manifestata da un intero comparto economico al collasso: riguarda direttamente circa 30mila addetti, con una filiera di oltre 100mila persone, e con un impatto sul settore della distribuzione e della ristorazione di enorme rilievo.
Nei minuti successivi all’incontro al Ministero dell’Economia, il ho provveduto a far recapitare una richiesta urgente direttamente al Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, al Ministro dell’Economia Daniele Franco e a Massimiliamo Fedriga Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: “Mi risulta – ho scritto nella missiva – che il 3 di giugno ci sarà una riunione di lavoro sul piano istituzionale tra gli assessorati regionali alla pesca e il Ministro Patuanelli. Vi prego, avendo conosciuto questo settore attraverso le esperienze maturate in precedenza da Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente di Regione, di fare un lavoro coordinato che possa consentire un esame confacente dei dati del dossier presente presso le regioni e presso il Ministero e soprattutto una soluzione tempestiva così come la loro sofferenza ci fa capire”.Sono sostanzialmente queste le richieste avanzate questa mattina a Roma dagli operatori del mare e per le quali sto facendo da tramite con i livelli istituzionali competenti: per quanto riguarda il prezzo del gasolio, richiedono alternativamente o un tetto al prezzo di vendita, fissato a un valore indicativo di circa 0,70 €/litro (contro il prezzo attuale di 1,20€), o il rafforzamento del credito d’imposta sull’acquisto dei carburanti, da elevare al 50% della spesa.
Per quel che riguarda, invece, gli oneri mensili bancari riferiti a mutui pongono la necessità di una moratoria, in maniera tale che al riprendersi delle attività a mare possano tornare a essere in grado di sostenere con le loro forze quegli oneri che hanno sottoscritto.
In numerosi casi, per via dell’alto rischio associato all’attività di impresa specifica della pesca, quale il rischio di affondamento della nave e la conseguente perdita dell’intero valore del bene, le banche hanno richiesto ipoteche sui beni immobili, andando a creare un nesso tra vita professionale e vita privata che in questa fase appare in tutta la sua drammaticità.