Dal quotidiano il Messaggero:
Si è chiusa ieri pomeriggio, nell’aula Alessandrini del tribunale, la trilogia di convegni dal titolo “Quale città”. Progetto organizzato dall’Officina del senatore pescarese Luciano D’Alfonso, Woo e Fondazione Europa che si propone di delineare i punti cardine su cui fondare le città del futuro, ripensate per rispondere ai bisogni emersi con pandemia e rivoluzione digitale, e favorire nuovi modelli di sviluppo basati su sostenibilità e inclusione. Dopo l’incontro inaugurale del 23 luglio e quello del 17 settembre dedicato ai grandi eventi, quello di ieri è stato imperniato sulle “infrastrutture intelligenti”, ovvero trasporti, mobilità, ma soprattutto riorganizzazione spaziale e tecnologica del contesto urbano. Le infrastrutture hanno il compito di guidare le trasformazioni, collegando passato e futuro e valorizzando il tessuto sociale, con il fine ultimo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. «La città è il perno di ciascun individuo.
Questo momento di riflessione nasce dall’esigenza di sostenere chi le amministra con idee e soluzioni ai tanti problemi emergenti» ha sottolineato in apertura il presidente del tribunale Angelo Mariano Bozza.
Il tema è stato sviscerato da una prospettiva multidisciplinare attraverso gli interventi di rappresentanti delle istituzioni e personalità del mondo accademico e imprenditoriale.
Ad aprire il confronto è stato il sindaco di Pescara Carlo Masci, che ha sottolineato la resilienza con cui la città ha affrontato la pandemia: «In tre mesi abbiamo realizzato il Covid hospital, il centro vaccinazioni è stato efficientissimo, per non parlare dei progressi nella digitalizzazione del sistema. Oggi la vera sfida è legata alla democrazia digitale, ma stiamo andando nella direzione giusta, siamo all’ottavo posto nella classifica nazionale relativa all’Internet delle cose e alla sharing mobility».
Era atteso a Pescara anche il ministro per il Sud, Mara Carfagna, che a causa di impegni istituzionali ha partecipato con un videomessaggio: «Le città sono le più esposte al cambiamento radicale, proprio per questo saranno interessate dalla messa a terra del Pnrr, cioè riceveranno investimenti che fino a poco tempo fa erano immaginabili solo nei sogni. Occorrerà produrre soluzioni in tempi brevissimi, e il mio impegno sarà quello di ascoltare chi lavora quotidianamente per la loro modernizzazione».
La pandemia infatti ha messo in luce i ritardi che frenano il Paese: «Bisogna fare in modo che nes- sun cittadino abbia più difficoltà ad accedere alla didattica e risulti escluso dai servizi essenziali – ha affermato l’ingegner Mauro Minenna, capo del dipartimento per la trasformazione digitale, che ha curato progetti innovativi per Enel e Poste. Per questo occorre collegare l’intera penisola con una quantità di banda sufficien- te, non parlo solo di velocità ma di densità di dispositivi, da qui l’importanza del 5G».
Sulla stessa linea il presidente della Consob Paolo Savona: «Ogni rivoluzione tecnologica comporta squilibri e stravolgimenti dal punto di vista sociale e della governance. È proprio qui che bisogna inter- venire. Un esempio su tutti, il passaggio dal lavoro tradizionale a quello digitalizzato va regola- mentato, altrimenti si rischia la perdita di un numero ingente di posti di lavoro».
Giuseppe Gola, amministratore delegato di Acea, società attiva nella gestione di reti idriche ed energetiche, ha sottolineato un altro aspetto: «La rete elettrica è la più critica da un punto di vista evolutivo, perché non è più unidirezionale, oggi anche i consumatori sono diventati produttori, occorre dun- que renderla più intelligente per gestire al meglio i flussi di potenza e migliorare il servizio offerto ai cittadini».