Oggi è stato assolto, nonostante la montagna di emotività accusatoria che si è scaraventata su di lui e sui suoi collaboratori, l’Arch. Marino Roselli, un altro amministratore degli anni 90 e dei primi anni 2000 che ha reso orgogliosa con il proprio operato la città di Pescara, la provincia di Pescara e la regione Abruzzo, quindi, oggi è una bella giornata per la comunità locale e non solo.
Non dirò una parola su coloro i quali hanno nutrito quella montagna di accuse, devo però dire molto adesso e venerdì in apposita conferenza stampa per quanto riguarda la fine che ha fatto anche questo fascicolo giudiziario; mi ricordo ancora i rumori di quei giorni, la scommessa spettacolare – quasi pornografica – dal punto di vista giudiziario nei confronti di questo amministratore. Quel dubbio velenoso che si sollevò se la grandezza professionale generava voti o se i voti e il potere politico generavano grandezza professionale.
Sono un legislatore adesso, sono un senatore della Repubblica e Presidente della commissione finanze devo tenere a bada quello che mi viene da dire, ma non posso escludere di dire quello che penso, riguardante una stagione della giustizia a Pescara dal punto di vista dell’accusa; c’è stata gigantografia e vale porsi il perché e soprattutto quanto su questo hanno sbagliato le aliquote di polizia giudiziaria che si sono dedicate alla raccolta degli elementi per costruire i castelli accusatori! Non finirò mai di occuparmi di questo argomento, perché farò in modo che nasca una precisa pubblica opinione sul non lavoro delle aliquote di polizia giudiziaria e uno ad uno voglio ricercare chi e perché ha costruito quelle cantonate di accertamento giudiziario, chi è perché ha costruito quelle cantonate rispetto all’articolo 358 del codice di procedura penale venerdì però diremo con costumatezza senza incontinenza quali sono stati gli errori.
Ci si chiede, pertanto, se per caso l’invidia si sia impossessata della macchina della giustizia.
Nessuna società può sussistere senza un insieme di norme che regoli i rapporti tra i suoi membri, e tali norme devono essere applicate in maniera uniforme.
Con l’Associazione 358, coinvolgendo tutti i soggetti istituzionali interessati a livello nazionale, intendiamo affrontare nel merito questo tema che ci appare centrale per garantire la giustizia ai cittadini e alla comunità, nel rispetto delle prerogative della Magistratura che ha l’ufficio di svolgere questa funzione al servizio della Repubblica.