L’emergenza Fiat Sevel di Atessa approda all’attenzione del Governo.
Sul grave problema ho interpellato i ministri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’ interrogazione nella seduta plenaria della 10^ Commissione di giovedì 14 ottobre.
Il blocco dei semi conduttori fabbricati in Malesia, con relativo mancato approvvigionamento di componenti essenziali per la realizzazione dei veicoli, ha comportato per la fabbrica abruzzese ripetuti fermi produttivi, con riduzione dei turni di lavoro e perdita di lavoro per trasfertisti e interinali. Nella zona industriale della Val di Sangro, lo stabilimento Sevel (gruppo Stellantis) e l’indotto dell’automotive dà occupazione a oltre 10 mila dipendenti. L’apertura di uno stabilimento simile da parte di Peugeot in Polonia, prevista per la primavera prossima, potrebbe rappresentare un primo passo verso la marginalizzazione, se non la delocalizzazione, della Sevel.
Di fronte a tale grave emergenza, ho incontrato il professor Francesco Giavazzi, Consigliere economico del presidente Draghi, per invitarlo a seguire l’istruttoria della proposta di Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) Val di Sangro. Una proposta che, attraverso benefici fiscali e investimenti sulla transizione ecologica, salverebbe il futuro dell’importante polmone economico abruzzese.
Lettera-a-GiavazziIl sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, ha in seguito inviato un accurato dossier al presidente del consiglio Mario Draghi per illustrare la situazione, sottolineando l’importanza di sostenere il CIS sottoscritto dai Comuni della Val di Sangro e presentato a Governo, Invitalia e Regione Abruzzo per riconvertire, ammodernare e sviluppare il tessuto produttivo sangrino. Da parte del Governo c’è la massima disponibilità e apertura a considerare l’inserimento del CIS Val di Sangro nella prossima Legge di Bilancio.
Nell’interrogazione discussa nella 10^ Commissione del Senato, ho chiesto di sapere quali iniziative i ministri intendano assumere per scongiurare la delocalizzazione delle grandi imprese e, nello specifico, per evitare il declassamento o la chiusura dello stabilimento della Sevel di Atessa, e quali iniziative intendano assumere per la stabilizzazione dei circa 700 lavoratori e lavoratrici con contratto di somministrazione, che hanno garantito un essenziale contributo professionale per il raggiungimento dei risultati conseguiti dallo stabilimento.
Di seguito la risposta del Viceministro dello Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin alla mia interrogazione sulla Sevel di Atessa.
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