La pandemia è stata molto di più di una crisi, poiché ha portato con se una vera e propria rottura di civiltà.
Le misure economiche messe in campo hanno avuto forza e significato. Adesso serve ricomporre il Bilancio Pubblico del nostro Sistema Paese, per continuare ad aiutare famiglie, imprese e territori.
Serve mettere in cantiere una riforma organica del nostro sistema fiscale e tributario, con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti del contribuente, promuovendo il superamento delle attuali 800 norme di riferimento, per arrivare ad un Codice univoco fiscale e tributario, in linea con l’articolo 53 della Costituzione. Dobbiamo fare una operazione verità sul magazzino dei crediti fiscali, mantenendo in vita solo i crediti esigibili, che a detta dell’Agenzia sono pari ad 1/8 del totale rubricato nei documenti contabili.
Dobbiamo rendere facile la restituzione del dovuto al cittadino che vanta crediti fiscali, valorizzando la grande potenza del nostro sistema in dotazione di interoperabilità dei dati. L’art. 71 del Cura Italia introduce il valore ordinamentale della premialità fiscale a favore di chi adempie al dettato dell’art. 53 della Carta, virtuosamente.
Occorre scrivere una pagina nuova anche a favore di chi ogni anno fa il proprio dovere di cittadinanza pienamente adempiente. 110 miliardi di evasione fiscale devono diventare il carico principale di lavoro delle agenzie fiscali per trasformali in cespiti del nuovo Bilancio dello Stato.
210 miliardi di economia sommersa chiedono strumenti amministrativi e normativi di cui il nostro Ordinamento può farsi carico velocemente.
Nella legge di Bilancio in esercizio il Parlamento su impulso e richiesta del Governo ha stabilito 47 milioni di euro di assunzioni nel triennio per aumentare la capacità di lavoro delle nostre Agenzie Fiscali proprio per prevalere rispetto al buco della economia sommersa.