Con una lettera indirizzata alla Dott.ssa Luciana Lamorgese Ministro dell’Interno e al Dott. Franco Gabrielli Capo della Polizia – Direttore Generale Dipartimento della Pubblica Sicurezza la mia richiesta di accelerazione delle procedure antimafia per il pagamento delle competenze coincidenti con il fermo biologico del 2018 e 2019 per gli operatori del comparto della pesca:
Come certamente saprete, ogni anno ai pescatori vengono liquidate le competenze relative al fermo biologico dell’anno precedente, ma allo stato attuale, i lentissimi riscontri e la lentezza della procedura della Direzione Generale per la Pesca dell’Unione Europea, hanno impedito al Ministero competente di erogare tempestivamente i contributi relativi alle annualità 2018 e 2019, facendo registrare un pesante ritardo di 12 mesi esatti.
La necessità di liquidità per gli operatori del mare, è stata aggravata dall’attuale situazione di straordinaria emergenza sanitaria che stiamo vivendo, e questa situazione di bisogno non può restare inascoltata.
Il decreto legge 18/2020, c.d. Cura Italia, ha destinato 100 milioni di euro per le maestranze della marineria italiana, che attendono però di essere messi in procedura.
Poiché sollecitato dai rappresentanti della marineria della città di Pescara, da cui provengo, e di altre marinerie dell’Adriatico, ho rappresentato il suesposto problema ai rappresentanti del Mipaaf, al Capo Dipartimento Abate ed al Direttore Generale per la Pesca Rigillo, che mi hanno manifestato la conoscenza del problema e la comune volontà di farvi fronte nel più breve tempo possibile.
In seguito ad intercorsi colloqui telefonici con gli stessi, ognuno nell’ambito delle proprie conoscenze e spettanze, mi hanno comunicato la data di fine aprile, come periodo utile per la conclusione dell’iter di pagamento delle competenze per l’annualità 2018, previa verifica delle procedure di antimafia.
Suddette procedure, indispensabili e necessarie al buon andamento ed all’imparzialità del nostro ordinamento, potrebbero però rallentare notevolmente le tempistiche di liquidazione dei contributi, rendendo ancor più grave la mancanza di denaro per gli operatori del settore della pesca.
Il tempo dei richiesti 30 giorni per le procedure infatti, finirebbe con il posticipare ulteriormente i pagamenti, a discapito di chi è costretto ad affrontare questa rottura di civiltà che il coronavirus ha comportato.
La gravità della situazione, ci impone di attivarci per cercare di trovare soluzioni adeguate alla molteplicità di esigenze dei cittadini, evitando che la lentezza della burocrazia possa determinare una ulteriore emergenza nell’emergenza.
Il grido di aiuto proveniente dagli operatori dello strategico settore della pesca, non può rimanere inascoltato, e la situazione di incertezza e preoccupazione in cui versa è divenuta ormai improcrastinabile.
I lavoratori di questo comparto, non potendo lavorare, riversano in una situazione di estrema necessità, poiché non hanno ancora ricevuto le spettanti risorse dalle pregresse procedure e le risorse da attività lavorativa impossibilitata.
Pertanto, Vi sarei grato se, nel rispetto delle procedure e della Vostra autonomia di valutazione, poteste verificare se sussistano le condizioni per un’accelerazione delle tempistiche di espletamento delle necessarie procedure antimafia. Per le ulteriori ed eventuali specifiche del caso, Vi allego il recapito telefonico del rappresentante dell’Associazione Armatori di Pescara, il Sig. Francesco Scordella.
Nel ringraziarVi per quanto potrete fare e per le notizie consentite che potrete farmi pervenire a riguardo, Vi stringo cordialmente la mano e Vi auguro buon lavoro.
Sen. Luciano D’Alfonso