Carlo Masci ha lungamente desiderato essere sindaco, ha saputo attendere per 16 anni ed è riuscito a coronare un sogno antico, nato senza dubbio anche dal suo amore per la città e dal suo saper impersonare con disinvoltura i tratti di una certa pescaresità.
Questo progetto è stato raggiunto nel tempo lungo e largo che abbiamo ricordato, ora preoccupa il fatto che non poco tempo si stia consumando anche per il solo avvio di questa attesa esperienza di governo. Eppure una vittoria al primo turno delle elezioni amministrative come quella del 26 maggio meritava l’opportunità di un inizio rapido e implacabile.
Del resto il Comune accanto alle risorse finanziarie e amministrative dispone tra i suoi tesori del “bene tempo”, ovvero della dimensione che permette di trasformare il percepito in progetto e il progetto in realizzazione. Mediamente una procedura amministrativa conosce un periodo di incubazione di 30 giorni: un mese è passato senza che nulla potesse accadere e quindi di una cosa siamo certi, almeno un problema della città non potrà più essere risolto nel tempo concesso a Carlo Masci per governare Pescara: un sessantesimo della sua consiliatura è stato sprecato così. Perché è accaduto? Di più, volendo affrontare la vera questione, perché la coalizione di Centrodestra, che pure ha scelto Masci come sindaco, ora non gli permette di governare? Questo blocco ha ragioni collettive dicibili? Se ci sono emergano.
Altrimenti abbiamo un nuovo fattore di blocco delle istituzioni democratiche: all’opposizione ululante a prescindere, alle manette arrembanti per ragioni di fama e carriera, si aggiunge ora la vocazione alla pozzanghera di chi dovrebbe essere aiuto abile e arruolato in maggioranza.
Un tempo si sarebbe detto che chi ha vinto ha il diritto di governare: in questo tempo debilitato del sentire politico credo che almeno si dovrebbe garantire al vincitore l’opportunità di iniziare il suo lavoro.
Non è più tollerabile che coloro che dovrebbero sostenere la nuova amministrazione si preoccupino solo di fare più uno loro: in questo modo è la città a perdere.
A breve lo straordinario Monsignor Francesco Santuccione ci convocherà per la festa di San Cetteo: per allora io spero che il sindaco Masci possa prendere posto nella cerimonia senza essersi dovuto sfinire prima al telefono per aggiustare i problemi della sua classe dirigente.
C’è una città che deve essere governata.
Buon lavoro.
Luciano D’Alfonso