C’è di che essere molto preoccupati se l’attività parlamentare può essere presentata come di per sé criminogena, se non criminale. Il mandato di un membro delle Camere, che per dettato costituzionale rappresenta la Nazione, è generale e non esistono santuari che possano vantare indiscutibilità.
La centralità del Parlamento è il cuore della nostra Costituzione, amata e conosciuta a intervalli secondo l’opportunità, e lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura è composto anche da membri nominati dal Parlamento. Che un parlamentare parli e interloquisca di politica giudiziaria, quindi, è del tutto ordinario e chi solleva uno scandalo su questo ha solo il fine di perpetuare il discredito sull’unico potere eletto dai cittadini e che ai cittadini direttamente risponde delle sue azioni.
L’indipendenza della magistratura si sostanzia soprattutto nel libero esercizio della giurisdizione e nel rispetto della legge. E questo non viene messo in discussione da alcuna conversazione di “risiko giudiziario”, che è una abitudine, capitolina e non, antica almeno quanto la Repubblica italiana. Quell’indipendenza viene praticata negli atti da ogni singolo magistrato, salvo prova contraria. Ritenere che sia carente in coloro che vengono citati nelle cene o nei salotti è una delegittimazione a prescindere, che davvero non rispetta la professionalità e l’onorabilità delle persone coinvolte.