1) Noi vogliamo che l’aeroporto d’Abruzzo prenda la laurea. Ci stiamo avvicinando al 2033 –
anno in cui ricorrerà il bimillenario dalla morte di Gesù Cristo, un evento mondiale che verrà
celebrato con grandi flussi turistici in arrivo a Roma – e dobbiamo farci trovare pronti, divenendo
un’infrastruttura al servizio di questo gigantesco movimento di persone. È importante superare la
soglia del milione di passeggeri poiché così potremo essere interlocutori di un’altra fascia di
rapporti con il Governo e con l’Europa e diventare hub per i voli internazionali (al momento
ospitiamo solo quelli da e verso l’UE, che sono considerati voli nazionali).

2) C’è anche un’altra coincidenza che possiamo sfruttare: i lavori ferroviari e quelli autostradali,
che ostacolano la libera circolazione. Dunque l’Europa non può metterci in procedura di infrazione se finanziamo gli spostamenti da e verso il mondo. Occorre negoziare con il Ministero delle
infrastrutture e con l’Unione Europea questa libertà di intrapresa e sostegno.

3) Ma serve anche un Masterplan per ingrandire il sedime aeroportuale, facendo accordi con il
contiguo aeroporto militare e con le proprietà esterne confinanti; serve ingrandire lo scalo per
attrarre nuovi investitori.

4) Serve un menu di convenienze e di facilitazioni per chi investe sull’aeroporto d’Abruzzo,
occorre attivare una trattativa con Poste, Amazon e Alibaba per aumentare i servizi e di conseguenza gli introiti che possono essere utilizzati per acquistare nuove rotte aeree.

5) Serve un matrimonio d’interesse con Ferrovie, che aiuti a superare l’acquaragia progettuale di
Italfer, per fare una stazione dedicata all’aeroporto e coniugare così ferro e cielo.

6) Lasciamo in pace il telefono di Fraccastoro, lasciamolo lavorare all’elaborazione di queste
misure di convenienza. Dobbiamo fare in modo che lo scalo di Pescara sia un’infrastruttura al
servizio dell’euroregione Adriatico-ionica.

7) Si convochi un consiglio regionale per stabilire cosa manca e cosa va aggiunto: servono risorse
per voli basati a Pescara. So che ieri c’è stato un colloquio a Dublino, adesso si mettano da parte i
caffè e gli aperitivi e si studi un menu di opportunità. Quando ero presidente di regione lo feci, portai qui mister Ryanair e stringemmo accordi con loro e con altri vettori, superando gli oneri
fiscali scaricati sui biglietti di viaggio dei voli low cost. Di qui ai prossimi sette anni si può liberare
tutta la potenza di questo aeroporto: Fraccastoro ha le caratteristiche per fare bene se non viene
strattonato come accade con il direttore generale della Asl di Pescara, bombardato dalle telefonate e
dalle pressioni della politica.

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