L’aeroporto d’Abruzzo è uno degli 8 scali italiani che non fanno sistema con aeroporti più grandi e la
cui tenuta – sulla base dei bilanci degli ultimi anni – è a rischio: lo certifica il professor Ugo Arrigo del
Cesisp (Centro di ricerca di economia industriale e pubblica) dell’università Bicocca di Milano in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della sera.

D’altra parte, i numeri sono impietosi: nel decennio 2012-2022 l’infrastruttura pescarese ha avuto i bilanci in passivo per un 1.100.000 euro e nel periodo novembre 2023 – settembre 2024 ha perso 35.766 passeggeri.


La chiave del successo è relazionarsi con gli scali maggiori: “Se i piccoli aeroporti italiani non
vogliono integrarsi con i grandi – commenta Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti – non ce la
possono fare: si faranno la guerra e moriranno tutti. A meno che la comunità decida che avere quello
scalo è proprio indispensabile, ma allora dovrà prepararsi a pagare l’ira di Dio”. Ma l’interazione con gli scali maggiori non rientra fra le strategie di questa giunta regionale, che continua a farsi maltrattare da Ryanair: quest’anno è stato cancellato improvvisamente il volo per Varsavia, cui si sono aggiunti i forti tagli ai collegamenti con Torino, Barcellona (Girona), Bergamo, Dusseldorf, Malta e Memmingen; inoltre, gli orari di alcune frequenze sono molto più scomodi rispetto a un anno fa.


L’unica interazione di cui si abbia notizia è quella prevista nella bozza del Piano Nazionale degli
Aeroporti, che vede il “Raffaello Sanzio” di Ancona come nodo strategico della Rete Centrale (di cui
fanno parte anche Pescara e Perugia). Una beffa clamorosa, se consideriamo che lo scalo abruzzese ha sempre fatto registrare un numero maggiore di passeggeri in transito rispetto a quello marchigiano. Ma anche il segnale che, a livello politico, questa Regione conta come il due di coppe.

Cosa fa Marsilio per raddrizzare questa situazione? Nulla. Ricordo che grazie alla giunta regionale da
me presieduta, nel 2016 furono stanziati 29,4 milioni per le infrastrutture aeroportuali e investiti 12,5 milioni in cinque anni per il rilancio della vocazione turistica dello scalo; misure che nel 2017 hanno permesso di far registrare un aumento di passeggeri del 16,6% rispetto al 2016. E poi l’accordo strategico con Ryanair e la concessione definitiva Enac-aeroporto per la gestione dei servizi di competenza.


Ora invece apprendiamo quotidianamente di liti nel centrodestra in Consiglio regionale per la spartizione di poltrone e mancette, ovvero 21 milioni destinati ad enti e associazioni di vario genere che avrebbero fatto molto comodo alla disastrata connettività aerea dell’Abruzzo. Ma le priorità di chi governa la Regione sono queste. Si faccia una seduta di Consiglio regionale appositamente dedicata a questo tema. I cittadini e le imprese non possono rinunciare alle connessioni del cielo.

Il Centro

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