Facciamo un po’ di chiarezza sul Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) della Val di Sangro:


1) Alla proposta formulata dal Comune di Atessa e da altre 22 municipalità, la Regione targata centrodestra non ha risposto. I Contratti istituzionali di sviluppo si sono fatti in tutta Italia ad opera di territori che propongono, Regioni che si mettono a favore e ministero a prevalente competenza che finanzia. Nel caso di questa Regione, che ha tuttora una notevole disponibilità finanziaria per gli investimenti (tranne i soldi dati per collanine e braccialetti), poteva esserci un concorso partecipativo anche delle casse regionali. Ad esempio potevano essere utilizzati come quota
regionale di partenza per il CIS i 22 milioni di euro dati a pioggia nello scorso dicembre a oltre 2.300 soggetti: una parte avrebbe potuto metterla la Regione, una parte gli enti strumentali nazionali concentrati sulle infrastrutture, una parte il Ministero della Coesione e il CIPE, con la funzione propria di copertura sussidiaria definitiva, rastrellando le risorse rinvenibili, in ragione della capacità di attrattiva di un progetto naturalmente non cicatrizzato, solo perché avanzato da un territorio autonomo e ambizioso come Atessa.


2) Quando il presidente della giunta regionale cita Don Circostanza, evidentemente pensa a se stesso e alle finte inaugurazioni elettorali dei cantieri per l’allungamento della pista dell’aeroporto e del poli sanitari (non penso solo a San Valentino in Abruzzo Citeriore) messe in scena a 72 ore dal voto regionale. Probabilmente è l’abito che gli confezionano i suoi costosissimi collaboratori e nel quale si sente più a suo agio.


3) Io, da presidente della Regione, per la Val di Sangro ho finanziato il più grande cantiere abruzzese – quello della Fondovalle Sangro – con 200 milioni di euro che va urgentemente rilanciato, e poi la Zes con un focus specifico per la Val di Sangro, la copertura digitale appropriata e quella di energia elettrica industriale attesa da 15 anni. Lui cosa ha fatto, se non strumentalizzare le presenze elettorali a 72 ore dall’apertura delle urne?


4) La difficoltà della Val di Sangro è sotto gli occhi di tutti. Cosa propone in concreto Marsilio oltre
alle passerelle elettorali? Lo sfido ad un pubblico dibattito sul CIS della Val di Sangro e sulle numerose volte in cui la Regione ha pagliaccizzato; lascio a lui la scelta del comitato di garanzia per valutare chi dei due dice la verità.

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