Sono 27.291 i passeggeri persi dall’aeroporto d’Abruzzo nei primi sei mesi di quest’anno rispetto
allo stesso periodo dell’anno scorso. Anche nel mese di giugno, infatti, si è avuto un calo nei
transiti: 5.726 in meno rispetto a un anno fa, pari al -6%. Le cifre fornite da Assaeroporti l’associazione che riunisce le società di gestione di 36 scali italiani rivelano quella che ormai è una vera e propria emergenza.

L’infrastruttura pescarese continua a far registrare numeri in diminuzione dalla fine del 2023: a novembre infatti il dato era stato di -3.690 transiti, pari al -8,4%, mentre a dicembre aveva toccato quota -3.284, pari al -7,3%. L’unica eccezione in positivo si è avuta nel marzo scorso, grazie ad un lievissimo aumento (+1.324 passeggeri) dovuto alla Pasqua bassa (31 marzo).


Tutto questo accade mentre gli altri aeroporti italiani vanno benissimo: il dato nazionale è in trend positivo da gennaio, e a giugno si è attestato al +10,8%, con il vicino scalo di Ancona che ha fatto registrare addirittura un +14,9%. Questi risultati sono dovuti alla cancellazione dei voli per Milano Linate e Varsavia, cui si sono aggiunti i forti tagli ai collegamenti con Torino, Barcellona (Girona), Bergamo, Dusseldorf, Malta e Memmingen; inoltre, gli orari di alcune frequenze sono molto più scomodi rispetto a un anno fa. Da notare che la fase negativa è iniziata proprio nel momento in cui si è insediato il nuovo direttore generale, Luca Bruni, in sella dal 23 ottobre scorso.
Perché nessuno va a protestare con Ryanair, che gestisce la maggior parte dei voli in partenza da Pescara, chiedendo orari migliori e più destinazioni?


E’ evidente che la Regione a guida centrodestra ha abbandonato l’aeroporto a se stesso e si comporta come se si trovasse in un altro territorio. Prova ne è il fatto che non vi è traccia del cantiere dell’allungamento della pista, finanziato nel 2016 dalla giunta regionale che ho presieduto e avviato in pompa magna da Marsilio soltanto a febbraio scorso, per poi essere immediatamente
chiuso.


Occorrono meno collanine e braccialetti da dispensare in tempo di elezioni e più fondi per le infrastrutture che avvicinano l’Abruzzo al resto del mondo. Qualcuno lo dica al presidente.

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