Oggi ho presentato una seconda interrogazione sul tema della Carta degli aiuti a finalità regionale,
indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per gli Affari europei, il Sud, le
Politiche di Coesione e il PNRR e al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. Nel testo chiedo di intervenire con ogni provvedimento di competenza per indirizzare e supportare la Regione Abruzzo affinché colga ogni opportunità di sviluppo economico e sociale offerta dalla normativa europea, combinando fra loro tutte le agevolazioni normative, e di non sprecare l’ultima opportunità di porre rimedio alla situazione generata in Abruzzo, che è quella del Piano strategico per la ZES unica.
Nella precedente interrogazione, depositata il 16 luglio scorso, avevo segnalato l’anomalia
individuata nella “Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027” della Regione Abruzzo,
nella quale la città di Pescara è stata inserita a pezzi, con criteri assurdi e arbitrari, tali da
generare confusione e discriminazione territoriale, senza una logica che tenga conto delle realtà economiche e produttive locali e di oggettivi criteri e parametri di sviluppo, alimentando il sospetto che le scelte siano state fatte per disattenzione o, peggio, per favoritismo.
La richiesta avanzata ai ministri interrogati era di intervenire per i necessari approfondimenti e
per superare tali anomalie. Una richiesta che si riconferma, ritenendola necessaria e considerando anche le ulteriori irregolarità riscontrate, quali:
- con eccezione di L’Aquila, Teramo, Scoppito, Bussi, Popoli e Rocca di Mezzo, sono esclusi
quasi tutti i Comuni dei crateri sismici, penalizzando così realtà di grande valore produttivo peraltro già colpite dai terremoti del 2009 e del 2016-2017 come San Demetrio, Pizzoli, Poggio Picenze, Barisciano, Capestrano, Colledara, Torre de’ Passeri, Pietracamela, Montorio al Vomano, Basciano, dove operano importanti aziende industriali, artigianali e produttive. La presenza limitrofa di aree dei crateri sismici di Umbria, Lazio e Marche, inserite invece per intero nelle rispettive Carte degli Aiuti costringerà le nostre aziende a subire una concorrenza e una penalizzazione insostenibili, perché ogni possibile investimento verrà orientato e attratto dalle aree che offrono maggiori vantaggi; - è stata completamente dimenticata la Val Fino nel teramano;
- per la programmazione del settennato 2022-2027, la Carta degli Aiuti ha previsto una estensione del tasso di copertura della popolazione abruzzese di oltre 720mila abitanti, un plafond quasi triplo rispetto ai 252.000 del precedente periodo 2014-2021. Ma questa opportunità non è stata minimamente colta dalla Regione Abruzzo, che con un plafond di 720.000 abitanti, se ci fosse stata una adeguata promozione industriale, avrebbe potuto tranquillamente inserire la ZES approvata nel 2018, l’Area di Crisi Complessa e altri Comuni;
- a nulla sono valse le ripetute sollecitazioni rivolte alla Regione nel corso del procedimento di definizione della Carta perché fossero ricomprese tutte quelle realtà dove sono avviate o annunciate importanti operazioni imprenditoriali e significativi investimenti produttivi che meritano di essere sostenuti per la crescita economica, l’occupazione e la qualità dello sviluppo abruzzese. Le scelte prive di una visione complessiva della nostra regione, fatte nel chiuso delle stanze e tra pochi, prive di un reale e corale coinvolgimento degli attori sociali e delle attività economiche, non assicureranno all’Abruzzo il futuro che merita.