Ho letto la replica dei direttori generali delle ASL abruzzesi al mio allarme sulla presenza di pre-
liste di attesa per le prestazioni sanitarie. Detto che sembra scritta con Chat GPT, sorgono spontanee
alcune domande:


1) il meccanismo delle pre-liste è conosciuto dall’ASR (Agenzia Sanitaria Regionale)?


2) quando l’ASR ha comunicato al Ministero della Salute i dati delle liste, ha inoltrato anche i dati
delle pre-liste?


3) qual è la motivazione di questo escamotage? Non sarà mica che serve ad “agganciare” il
cittadino per evitare che vada in altre strutture, magari fuori regione?


4) tra gli uffici pubblici vige il principio di leale collaborazione; si può definire tale l’aver nascosto
dei dati?


5) se i dati vengono nascosti, che organizzazione c’è a valle?


6) ma soprattutto: come è organizzata la capacità di risposta sulla domanda di diagnostica?


In attesa di avere un chiarimento – magari scritto senza Chat GPT – su questi punti, prendo atto del
fatto che i direttori generali delle ASL non hanno negato l’esistenza delle pre-liste.
Dunque da oggi gli abruzzesi ne sono a conoscenza e devono sapere – quando chiedono una prestazione sanitaria – se sono finiti nelle liste o nelle pre-liste.
Sarebbe interessante sapere cosa dicono al riguardo il richiamato assessore regionale alla sanità e il presiedente della Regione Abruzzo, uscita dal commissariamento della sanità nel 2016.

Con questo gioco delle tre carte, dubito che sarebbe possibile far riaccadere oggi il notevole superamento del doloroso commissariamento.
Anche con la vicenda del tapis-roulant di liste e pre-liste, si conclama che conviene dire la verità e dirla a tempo debito, producendo numeri-verità poiché comunicati all’acqua Sangemini – come succede oggi – non aggiustano niente e non fanno regali, se non riaffermare che organizzare i diritti
non è un gioco.

Il Messaggero
Il Centro

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