La replica del direttore generale dell’aeroporto d’Abruzzo, Luca Bruni, ai dati che vedono in netta
riduzione il numero dei passeggeri che transitano per Pescara (ben 19.022 in meno negli ultimi sei mesi) sfiora il non sense. In pratica, è come se l’allenatore di una squadra che ha appena perso per tre a zero dicesse che se gli avversari non avessero segnato tre gol, la partita sarebbe finita in parità.
Invece di arrampicarsi sugli specchi in maniera così indecente, Bruni dovrebbe spiegare perché sono stati cancellati i voli per Linate e Varsavia, perché le frequenze per Torino, Barcellona (Girona), Bergamo, Dusseldorf, Malta e Memmingen sono state ridotte e, soprattutto, perché gli orari dei voli di quest’anno sono molto più scomodi rispetto a quelli dell’anno scorso pur mantenendo le stesse destinazioni.
Dovrebbe anche spiegare come mai non vi è traccia del cantiere del famoso allungamento della pista dell’aeroporto, finanziato nel 2016 dalla giunta regionale che ho presieduto e avviato in pompa
magna dal presidente Marsilio soltanto a febbraio scorso, per poi essere immediatamente abbandonato.