I primi quattro mesi del 2024 all’aeroporto d’Abruzzo hanno fatto registrare 12.048 passeggeri in meno: in pratica, nel primo quadrimestre di quest’anno lo scalo ha perso in media 3.000 utenti al mese rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Particolarmente forte il calo nel mese di aprile,
quando i transiti sono stati 8.293 in meno. Eppure, a livello nazionale nel primo quadrimestre si è avuto un aumento medio dei passeggeri del 12%.
Anche negli ultimi due mesi del 2023 lo scalo pescarese aveva perso utenti: ben 6.974 (3.690 a
novembre e 3.284 a dicembre) rispetto all’anno prima.
Dunque sono sei mesi che l’aeroporto d’Abruzzo perde utenti, con la sola eccezione del mese di marzo in cui – grazie alla Pasqua “bassa” che ha fatto anticipare le partenze – si è avuto un lievissimo incremento (+2,6%).
I numeri dicono che non è un fatto episodico: ci troviamo davanti ad una crisi sistematica, dovuta
alla cancellazione dei voli per Milano Linate e Varsavia, cui si aggiungono i forti tagli ai collegamenti con Torino, Barcellona (Girona), Bergamo, Dusseldorf, Malta e Memmingen; inoltre, gli orari di alcune frequenze sono molto più scomodi rispetto a un anno fa.
La Regione vola basso: perché nessuno va a protestare con Ryanair, che gestisce la maggior parte dei voli in partenza da Pescara, chiedendo orari migliori e più destinazioni? Sarà un caso ma dall’arrivo del nuovo direttore generale Luca Bruni, insediatosi a ottobre scorso, l’aeroporto d’Abruzzo perde transiti. Il traguardo del milione di passeggeri, vagheggiato dal presidente Marsilio a gennaio, già a maggio si rivela essere un mero sogno.