Dopo aver chiesto denari alla Regione Abruzzo con la stessa motivazione, il Comune di Pescara bussa anche alla porta della Provincia pescarese per ottenere il pagamento dell’IMU per l’anno 2018 con l’avviso di accertamento n. 505 del 5 marzo 2024. La somma richiesta tramite Adriatica Risorse (la società in house del Comune affidataria del servizio di gestione e riscossione delle entrate tributarie), relativa a una serie di immobili, ammonta a 153.897 euro oltre sanzioni e interessi, per un totale di 215.017 euro.
Così come aveva fatto la Regione, anche da Palazzo dei Marmi è arrivata un’impugnativa dell’avviso davanti alla Corte di giustizia tributaria di primo grado di Pescara. Ma, a differenza di quanto eccepito dai legali di Palazzo Silone, gli avvocati della Provincia invocano l’annullamento del provvedimento in quanto sarebbe “decaduto il termine decadenziale, sulla scorta del fatto che non opera la c.d. proroga generalizzata di 85 giorni disposta dall’art. 67 del DL 18/2020, essendo l’accertamento formato e notificato oltre il 31.12.2023”.
Dunque non era un caso isolato quello tra Comune e Regione: Adriatica Risorse ci riprova anche con la Provincia. La domanda è: come possiamo costruire la Nuova Pescara se il Comune attiva pretese senza fondamento nei confronti della Regione e della Provincia? Forse l’irrogazione di sanzioni è un modo per aumentare il PIL generando lavoro ultroneo per gli avvocati? O si sta cercando di appostare risorse nei documenti contabili sperando che nessuno le vada a verificare?