Le gare sono necessarie e non evitabili. La proroga non è possibile: non è la soluzione che consente
campo strategico e tempo lungo alla gestione degli stabilimenti balneari. Serve aderire alla legislazione italiana ed europea nonché alla giurisprudenza di secondo grado che è precisissima, in particolare la sentenza del Consiglio di Stato firmata da Patroni Griffi nel 2021, che invita a tenere le gare: a pagina 47 si stabilisce chiaramente che le attività risalenti dei gestori delle concessioni possono trovare valore nelle regole di gara.
E allora perché aspettare anni in attesa dell’arrivo di una soluzione miracolistica che allo stato non è
possibile? Ci vogliono 60 giorni per chiudere questo capitolo. La sentenza del 30 aprile scorso
precisa che sono gli enti locali a guidare la partita. Essi possono stabilire le regole di gara, tenendo
conto del valore delle gestioni precedenti, e inserendo punteggi dedicati ai progetti effettuati sulla sostenibilità e sulla protezione civile. Le gare possono essere fatte rispettando il principio della par condicio ma anche della coesione territoriale, e ci sono almeno mille funzionari in Abruzzo capaci
di gestire questi appalti.
C’è anche la direttiva 2014-89-UE che incoraggia la tutela condivisa e partecipata dello spazio marittimo corrispondente alla terraferma delle nostre spiagge.
Dunque le norme ci sono, ora non si deve sbadigliare, non si deve ingannare e non si deve perdere tempo.
Gli operatori economici hanno bisogno della fiducia del sistema bancario. Io sono a disposizione anche per scrivere il bando di gara, anche per togliere la polvere che si è creata su questo dossier che riguarda i nostri operatori del turismo e dell’economia del mare.