SEMBRA UN PESCE D’APRILE TARDIVO MA È LA TRISTE REALTÀ
La conferenza stampa indetta dalla Regione Abruzzo sul raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Chieti si terrà a L’Aquila. Non è uno scherzo: per parlare delle infrastrutture dell’area metropolitana bisogna andare lontano dalle stesse, facendo finta che a Pescara non vi sia una delle due sedi istituzionali della giunta regionale. Non solo: l’incontro con i giornalisti, che si terrà martedì 23 aprile, sarà aperto dai saluti del sindaco dell’Aquila, ma non vedrà la presenza dei sindaci di Chieti e Pescara, ovvero delle due città di cui si parla nel progetto. Lo si apprende dal sito della Regione Abruzzo.
Potrebbe sembrare un tardivo pesce d’aprile, invece è la triste realtà: Marsilio si tiene ben lontano dalla città adriatica – forse perché il 10 marzo scorso gli ha voltato le spalle, preferendogli Luciano D’Amico – e sceglie di lanciare i suoi proclami da un territorio di sicuro meritevole di significativi investimenti infrastrutturali che finora non si sono visti, senza però invitare i primi cittadini delle due comunità in questa fase più interessate.
A proposito di sodali: è prevista anche la presenza del viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, e si spera che questa volta lasci a casa la camicia
nera con svastica al braccio con cui si fece ritrarre qualche anno fa, poiché servono elaborati tecnici
piuttosto che simboli politici sepolti dalla Storia.
La scelta di una sede logisticamente distante rispetto ai centri toccati dal progetto fa eco alla distanza che il presidente ricollocato palesa ogni giorno di più davanti alle richieste impegnative dei comitati cittadini sorti per protestare contro il tracciato voluto casualmente dalla giunta regionale, che prevede l’esproprio e l’abbattimento di centinaia di abitazioni e aziende.
Un tracciato che potrebbe avere una valida alternativa nella Variante Plus – molto meno impattante – sulla quale però il paracadutato romano si dimostra sordo, cieco e incapiente. Eppure spetta proprio alle Regioni la competenza sui tracciati delle infrastrutture, secondo quanto previsto dall’articolo
117 della Costituzione, ribadito con sentenza n. 303/2003 della Corte Costituzionale in materia di
infrastrutture ferroviarie.
Se questi sono i prodromi della XII legislatura, l’Abruzzo va incontro a un quinquennio molto
difficile.