E’ mia intenzione presentare un’interrogazione parlamentare sul caso del plesso di Caramanico
Terme, facente parte dell’istituto comprensivo di Scafa-San Valentino, dove dal prossimo settembre
dovrebbe partire una pluriclasse di 19 studenti comprendente la prima e la terza media.

La stortura è evidente: mettere in una stessa classe studenti che si trovano all’inizio del loro ciclo
nella scuola secondaria di primo grado e altri che si accingono ad uscirne vuol dire rivoluzionare i
programmi scolastici e indurre una convivenza innaturale tra adolescenti con esigenze molto
diverse.

E’ un caso molto simile a quello della scuola media di Castelvecchio Subequo, balzata alle cronache
pochi giorni fa per lo stesso motivo, e probabilmente ve ne saranno altri in Abruzzo, aventi tutti un
denominatore comune: lo spopolamento delle aree interne. E’ un segno tangibile del fallimento
delle politiche della Regione per queste zone, ma anche dell’eccessiva rigidità della norma che
prevede un numero minimo di iscrizioni in ogni scuola. E’ chiaro che non si può equiparare un
territorio montano a quello di una città in pianura o in collina, quindi vi è la necessità di una
modifica legislativa che preveda una deroga per le aree interne.

L’interrogazione che sottoporrò all’attenzione del governo punterà proprio a questo, considerato che la problematica riveste un carattere di rilievo nazionale.
Attraverso questo atto di sindacato ispettivo sarà possibile dare voce alle legittime richieste delle
comunità di Caramanico Terme, Salle e Sant’Eufemia a Maiella, i cui ragazzi frequentano il plesso
oggetto del provvedimento. Allo stesso tempo esorto l’Ufficio Scolastico Regionale a trovare una
soluzione che non stravolga il percorso formativo dei giovani di quei Comuni.

Il Messaggero


Il Centro

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