Il fuggitivo Marsilio – in questi giorni presente ovunque tranne dove dovrebbe – elude la mia richiesta di un incontro pubblico sull’ex manicomio di Teramo e pensa di cavarsela grazie ai soliloqui contenuti in comodi comunicati e conferenze stampa. Gli rinnovo la sfida a confrontarsi sull’argomento – possiamo incontrarci dove vuole, anche in piscina – e gli ricordo che:
- la riqualificazione dell’ex manicomio di Teramo venne finanziata con 35 milioni di euro contenuti nel Masterplan approvato nel maggio 2016 grazie a un accordo tra la giunta regionale che ho presieduto e il governo nazionale: l’obiettivo era farne una cittadella culturale. L’ateneo fu scelto come soggetto attuatore, avendo tutte le potenzialità per portare avanti il progetto;
- a febbraio del 2019 il centrodestra prese il timone della Regione Abruzzo. Il progetto non solo venne bloccato, ma fu addirittura definanziato per spostare risorse sull’emergenza Covid.
- con la firma dell’accordo sui Fondi di sviluppo e coesione del 7 febbraio scorso, la Regione targata centrodestra ha ripristinato soltanto una parte di quelle risorse: 20 milioni. Dunque ne mancano ancora 15 per pareggiare lo stanziamento iniziale del Masterplan. Il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto ha giustamente protestato, chiedendo il reintegro totale del finanziamento;
- il 15 febbraio scorso, dopo aver scaricato la colpa del taglio dei fondi sull’università (“l’opera è stata definanziata per responsabilità del soggetto attuatore”) Marsilio ha dichiarato: “Non è vero che mancano i fondi, il rifinanziamento è completo”. Successivamente ha sostenuto: “Con 20 milioni si ristrutturano almeno 4 edifici all’interno del complesso e si faranno con priorità quelli di maggior interesse per l’università”. E’ una contraddizione in termini: se con 20 milioni si riqualificano “almeno 4 edifici all’interno del complesso” significa che per gli altri edifici dovranno essere trovate altre risorse. Dunque i 20 milioni non sono sufficienti per tutta la struttura, e allora l’assunto “il rifinanziamento è completo” si rivela per quello che è: una colossale bugia.
In attesa di una risposta alla mia richiesta di un confronto pubblico, pongo al presidente della giunta regionale in scadenza queste domande:
1) perché sull’ex manicomio di Teramo continua a negare l’evidenza, ovvero che i fondi non sono sufficienti?
2) perché non ha protestato con il governo per l’incompletezza delle risorse?
3) perché se la prende con i sindaci (a Teramo con D’Alberto, a Vasto con Menna) e non con i problemi?
4) e soprattutto: perché scappa dal confronto pubblico su questo argomento?