Facendo onore alla sua consolidata tradizione per il gioco delle tre carte, il centrodestra mette in difficoltà anche la città di Teramo, rallentando – ma a questo punto si può ben dire ostacolando – la riqualificazione dell’ex manicomio.
Tutto inizia otto anni fa: con delibera di giunta n. 229 del 19 aprile 2016, nell’ambito del Masterplan, la giunta regionale da me presieduta assegna 35 milioni per la ristrutturazione dell’ex manicomio di Teramo, affinché possa diventare una Cittadella della Cultura. Elaborata la progettazione, subentrano i marsiliesi e tutto si ferma: la Regione Abruzzo targata centrodestra non solo non utilizza quei fondi, ma li storna per l’emergenza Covid. Poi, il nulla.
E siamo a qualche giorno fa: la Meloni viene a L’Aquila a fare la sua sceneggiata sui fondi FSC, fingendo di regalare alla Regione ciò che era già di pertinenza dell’ente. Si scopre così che c’è stato un reintegro, ma soltanto parziale: 20 milioni a fronte degli almeno 35 necessari. E il resto? Non si sa.
Sembra però che i soliti quattro gatti teramani stiano attivamente giocando al Superenalotto, nella speranza di poter vincere i 15 milioni mancanti.
Si tratta dell’ennesimo episodio che dimostra quanto siano asini e cialtroni gli esponenti dell’attuale maggioranza regionale. La domanda è: dove sono i politici locali curvati alla superficialità del casuale romano? Perché non protestano avverso questa spoliazione abbattutasi sulla città che dovrebbero o vorrebbero rappresentare? Attendiamo fiduciosi una risposta, possibilmente prima del 10 marzo.