Restituisco qualsiasi ipotesi su una presunta volontà di produrre polemica nei confronti della magistratura, poiché coltivo senza fatica un rispetto totale e incondizionato verso la funzione delle attività magistratuali giudiziarie.
Ritengo però mio diritto e dovere quello di informare l’opinione pubblica su fatti che mi riguardano, soprattutto per il ruolo che rivesto, che mi è stato conferito ripetutamente dal mandato popolare, nonostante le sofferenze patite.
Ricordo che fui proprio io, non appena mi resi conto che stava accadendo qualcosa di irrituale attorno ai miei collaboratori, per l’ennesima volta, a rivolgermi alla magistratura per denunciare quanto veniva posto in essere in maniera stravagante, tanto che poi purtroppo un membro super consigliato delle forze dell’ordine è stato sottoposto a giudizio e condannato in primo grado, grazie al lavoro rigoroso dell’attuale Procura della Repubblica di Pescara e ai magistrati giudicanti competenti che si sono applicati – come in ogni altro caso – con la dovuta dedizione, mai emotiva e mai cercatrice di consenso.
Rimango a disposizione dell’A.N.M. Abruzzo per un confronto sereno e pacato sui temi della giustizia, con particolare riguardo agli insostituibili passaggi della fase del procedimento penale e all’applicazione coerente del fondamentale articolo 358 c.p.p. e ai tempi del giusto processo.