Dopo la bozza del Piano nazionale degli aeroporti, che individua Ancona come nodo strategico della Rete centrale ai danni di Pescara, si profila un altro scippo per l’Abruzzo: in un disegno cervellotico che vede accorpati i territori di Umbria, Abruzzo e Molise, la sede del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria verrebbe localizzata a Perugia.
E’ l’ennesima riprova dell’inesistente peso politico di questa giunta regionale a livello nazionale: pur avendo i numeri per far valere la propria primazia, Marsilio e soci non contano nulla.
Accade infatti che lo schema di Decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero della Giustizia di cui al DPCM n. 84/2015 prevede l’accorpamento di Abruzzo e Molise con l’Umbria, una regione con cui non c’è neanche un confine comune. In questa specie di macroterritorio, che rappresenta un controsenso rispetto ai principi ispiratori della regione Adriatico-ionica, viene scelta Perugia come sede del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (PRAP).
Si tratta di una decisione che rasenta l’assurdo: l’Abruzzo accoglie il grosso del personale lavorante nelle carceri (oltre mille unità, cifra che supera il totale degli addetti di Umbria e Molise), possiede un maggior numero di istituti penitenziari (8, contro i 3 dell’Umbria e i 3 del Molise) e ospita a Sulmona una Scuola di formazione e aggiornamento del personale. Inoltre a Pescara c’è una palazzina moderna completamente cablata, disponibile e sottoutilizzata, già sede del PRAP Abruzzo e Molise, che sarebbe ideale come sede del Provveditorato regionale. Anche a livello geografico l’ipotesi appare balzana: non c’è un confine comune e Perugia è lontana dai territori cui dovrebbe sovrintendere.
La soluzione c’è: accorpare Marche, Abruzzo e Molise, con Pescara sede del PRAP, come la precedente bozza di decreto prevedeva; si tratta di una possibilità che rispetterebbe la logica e il buon senso.
Come nel caso degli aeroporti, l’Abruzzo ha i numeri per imporsi; quello che è mancato finora è il peso politico. Riuscirà la giunta regionale dei marsiliesi a far modificare questa stravaganza amministrativa? O dovremo nuovamente subire l’onta di essere trattati come dei due di coppe?