La fusione delle tre città non è la confusione dei presunti poteri delle tre amministrazioni. La fusione senza un progetto di fusione è come copiare e ripetere il disordine edilizio di Ischia, che è nata abitativamente senza un progetto, nonostante la bellezza donata da Dio.

1. Serve che almeno i poteri vadano sottobraccio. 

2. Serve che non si attivino i germi della demolizione anzitempo. 

3. Nella storia delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali il più grande mette sul tavolo la generosità necessaria che serve per partire e per durare, e vaccinarsi dai germi della divisione dietro langolo. 

4. I primi dieci anni saranno difficilissimi: raccomando agli eletti di questo primo periodo di fidanzarsi tra loro, spogliarsi dei propri egoismi, di evitare la nascita di questioni meridionali che qui si chiamerebbero questioni laterali, avendo da sviluppare un cantiere che deve guardare avanti e che non può perdere tempo ad affrontare questioni laterali poiché dovrà ripetutamente strutturarsi per funzionare bene.

5. La Nuova città non nasce per risparmiare, così come non nasce per ricoprire di soldi ogni pescarese adriatico, ma nasce per offrire capacità di funzionamento specializzando i territori, velocizzando le procedure, infrastrutturando i propri spazi, valorizzando le idee, liberando i diritti, precisando i doveri.

Lo Statuto è la regola prima che interpreta il progetto di fusione, che è il genitore insostituibile della fusione.

Lo Statuto stabilisce poteri, doveri, diritti e limiti e si fa carico di programmare una data entro la quale la città Nuova si mette a correre dopo che ha imparato a camminare. 

Studiamo Trieste, Malmö e Mostar per capire come ci si fidanza e si impara il funzionamento di ciò che crescenonostante le differenze di partenza.

I cittadini hanno parlato con il referendum, gli eletti stanno scrivendo faticosamente, adesso permettiamo che entrino in campo i funzionari della macchina amministrativa, concependo dati e informazioni che devono diventare materiale di decisione.

  • Va bene la Protezione Civile insieme;
  • va bene la discussione difficilissima sui colori del gonfalone;
  • va benissimo la devozione per il Santo Patrono che sarà individuato.

I documenti contabili, peròchi li sta studiando per evitare che la piemontese Pescara venga contestata dalla indisciplinata Montesilvano a causa di una novella e resistente questione romana che porrà Spoltore?

Dovesse fare che non vengano soppesati i debiti potenziali di due delle tre amministrazioni, che poi insorgeranno e zavorreranno la Nuova Città?

Allora, poiché le questioni vere sono queste per la vita della persona Nuova Città, evitiamo di impiccarci su questioni minori come la denominazione. Per me la città che abbiamo progettato si può votare e far chiamare Fabrizia o Guglielma Marconi.

Conferenza Stampa
Il Messaggero
TgR Abruzzo
Il Centro
Rete8

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