D’ALFONSO AL MINISTRO LOCATELLI: PREMIALITA’ PER I PROGETTI CHE ABBATTONO GLI OSTACOLI ALLA MOBILITA’
La Regione Abruzzo non ha adottato il P.e.b.a. (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche). E’ quanto emerso questa mattina alla Camera dei Deputati dove il Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, ha risposto a un’interrogazione dell’on. Luciano D’Alfonso in merito ai ritardi nell’adozione di tali Piani da parte di alcune Regioni. Queste ultime – ha ricordato il ministro – “possono definire le linee guida per la formazione dei Piani” per affiancare “i Comuni quale amministrazione di maggior prossimità che deve garantire un sistema urbano sicuro e accessibile”. Locatelli ha poi segnalato le Regioni che “hanno adottato leggi o delibere per incentivare la stesura dei P.e.b.a.: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana” con iniziative che “prevedono forme di contributi finanziari destinati ai Comuni”.
D’Alfonso ha chiesto che “in base all’articolo 3 della Costituzione quelle barriere siano superate, perché esse non sono il portato di Dio ma il risultato della tecnica degli uomini. La Regione Abruzzo deve generare la piena conoscibilità dei dati perché essi consentono di programmare l’utilizzo delle risorse”. Egli ha inoltre auspicato che nel nuovo Codice dei contratti vi sia una premialità per quei progetti che ne prevedono l’abbattimento: “Le regole dei bandi si scrivono per fare in modo l’opera che si realizza sia la migliore possibile: i punti si diano ai vincitori se poi il progetto supera le barriere architettoniche”.
L’interrogazione era stata presentata il 26 aprile scorso ed era rivolta anche al Ministro del lavoro e delle politiche sociali e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Scopo della richiesta era apprendere se i dicasteri interrogati intendessero promuovere iniziative al fine di rendere certa l’adozione da parte delle Regioni del Registro telematico regionale dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche, nonché quali siano i dati aggiornati, aggregati e distinti per regione, relativi all’adozione del P.e.b.a.
L’articolo 32, comma 21, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, poi integrato con l’articolo 24 comma 9 della legge n. 104 del 1992, ha introdotto il P.e.b.a. (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche), uno strumento necessario per monitorare e superare le barriere architettoniche presenti sul territorio. Il P.e.b.a., di cui ogni ente locale dovrebbe dotarsi, è teso a rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche presenti in un’area circoscritta e può riguardare edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani.
Dalla legge del 1986 ad oggi le finalità e i contenuti del piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche si sono, di fatto, arricchiti delle progressive stratificazioni normative, sia internazionali (Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006) che nazionali (decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 4 ottobre 2013).
Ad oggi alcune regioni, come l’Abruzzo, non hanno ancora approvato il P.e.b.a., e quindi sono sprovviste di un Registro regionale telematico dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche, necessario per promuovere l’adozione del Piano da parte dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane.
Per D’Alfonso “governare l’insieme delle caratteristiche spaziali e organizzative dell’ambiente che ci circonda può incidere sulle capacità di fruizione da parte di chiunque, anche in relazione all’età, in situazione temporanea o permanente di ridotta attività motoria, psicosensoriale e cognitiva. Inoltre, l’adozione del P.e.b.a. rende percepibile nei territori il principio di eguaglianza sostanziale, per cui situazioni diverse comportano differenti trattamenti e, altresì, implicano un ruolo maggiormente attivo da parte delle persone disabili nel costruire la propria vita, se non altro nel senso di vederle come persone che hanno sì necessità di ricevere, ma sono capaci anche di dare, svolgendo un ruolo attivo nella società”.