`Il Tar respinge il ricorso dei privati contro l’affidamento delle linee a Tua
`Il senatore: «Verdetto da rendere noto invece Marsilio non ha detto nulla»
IL CASO
P E S C A R A Settanta giorni. Tanti sono quelli trascorsi dalla sentenza con cui la sezione di Pescara del Tar Abruzzo respingeva il ricorso dei privati contro l’affidamento in house del Trasporto pubblico locale a Tua, la società unica della Regione nata dalla fusione di Arpa, Gtm e Sangritana. Una sentenza accompagnata dal “clamoroso silenzio” della giunta Marsilio, secondo il senatore Luciano D’Alfonso, che all’epoca dei fatti governò la nascita di Tua assieme al delegato ai Trasporti, Camillo D’Alessandro (oggi anche lui sui banchi del Parlamento) sia pure con il vento contro alzato dai partiti e le perplessità dei sindacati su quella complessa operazione. Sulla quale i giudici del Tribunale amministrativo si sono espressi cinque anni dopo «azzerando ogni motivazione – sottolinea D’Alfonso – del ricorso presentato dai privati».
PARTE CIVILE
La Regione si era costituita parte civile nel contenzioso. Dunque, secondo D’Alfonso e D’Alessandro oggi avrebbe dovuto accompagnare questa sentenza con la soddisfazione di chi ha conquistato una vittoria, non subìto una sconfitta. E allora perché il silenzio di Marsilio e della sua giunta? D’Alfonso riassume la vicenda così: «Quando arrivammo noi in Regione non si era abituati alle regole. Si viveva il clima di un “safari”, dove ognuno faceva ciò che voleva. Da qui i ricorsi dei privati alla nostra delibera che trasferiva a Tua il Trasporto pubblico. Il Tar – spiega ancora il senatore – ha azzerato ogni motivazione del ricorso, parlando di “irragionevole profitto” avanzato dai pri- vati. Adesso la domanda è: a settanta giorni dalla sentenza, perché non se ne è dato conto? Perché questo silenzio, come se ci fosse quasi un dispiacere a non avere rappresentato gli interessi privati?». Anche D’Alessandro, oggi deputato di Italia Viva, fa un salto indietro per riepilogare la vicenda: «Quando ci insediammo noi, Arpa era con i libri in tribunale. Decidemmo non solo la fusione delle tre società, ma affidammo a Tua una missione: porre fine a quella specie di bancomat in cui era stata trasformata la Regione. L’affidamento del Tpl in house – ricorda ancora il deputato teatino – fu un’operazione da 900milioni: 90 milioni l’anno per dieci anni. Oggi io non ce l’ho con chi è alla guida di Tua, visto che la società risponde alla Regione. Ma non posso non sottolineare lo stato di confusione che si è realizzato dopo di noi».
Furono numerose le società private del trasporto regionale che nel 2017 articolarono una serie di ricorsi contro la delibera della giunta D’Alfonso, dopo avere visto messo a rischio quote di libero mercato. Ma su questo punto la sentenza del Tar di Pescara non lascia spazio alle interpretazioni: «La scelta dell’Amministrazione appare immune dai vizi denunciati perché – spiegano i giudici – si è ac- certata ragionevolmente una situazione di “presumibile” fallimento del mercato in merito alle tratte che devono essere garantite alla collettività e quindi appare legittima la decisione della erogazione del Tpl in regime concessionario di servizio pubblico».
GRANDEZZA
Tua è oggi una delle società di trasporto pubblico locale più grande del centro-sud Italia, interamente partecipata dalla Regione. Questo, secondo D’Alfonso, ha anche contribuito ad alzare i “servizi minimi” erogati su un territorio difficile, come quello abruzzese, dove il privato ha sempre incontrato problemi di gestione. Basti pensare al pendolarismo, scolastico e non nelle aree interne, con molti piccoli comuni collocati a oltre 1.000 metri di quota. Tratte non “remunerative” senza l’intervento pubblico garantito alla società unica fondata dalla Regione. «Sui 305 comuni abruzzesi – osserva ancora D’Alfonso – ben 216 sono quelli ritenuti “scarsamente attrattivi” per i servizi di trasporto offerti dai privati». Anche questo ha convinto la sezione del Tar di Pescara a rispedire al mittente il ricorso delle società e a promuovere l’affidamento in house a Tua di un servizio ritenuto fondamentale per il territorio.
di Saverio Occhiuto dal quotidiano Il Messaggero