L’INTERVISTA

PESCARA La provocazione è durata poco, Il tentativo del senatore Luciano D’Alfonso di accedere alla sala convegni di PescarAbruzzo si è concluso in una manciata di secondi. Molto meno del lungo mandato con cui il presidente Mattoscio guida la Fondazione da 25 anni. Ragione dello scontro durissimo aperto con il parlamentare della città, e ancora acceso come un vulcano.

1) Che sensazione ha provato, da senatore della Repubblica, nel ritrovarsi fuori dalla porta di una Fondazione che nella città che lei ha amministrato a lungo è uno dei pochi erogatori di finanziamenti pubblici?

Confesso di aver provato un senso di smarrimento come cittadino. Mi sembrava di ricordare che la sede della Fondazione Pescarabruzzo avesse più ingressi accessibili, invece mi è parsa un varco presidiato dal silenzio. Al termine della mia visita necessitata ho avuto persino difficoltà nell’uscire, poiché ho trovato molte porte chiuse, chissà se a causa della nota della Prefettura che ha segnalato l’inidoneità di una parte dell’edificio. Se mi avesse accompagnato un maestro di pensiero come Ettore Spalletti, che pure ha conosciuto le competenze delle Fondazioni, credo che mi avrebbe suggerito l’immagine di una teca protettiva e non solo protetta.

2) La Commissione sul sistema bancario ha sollevato a Mattoscio una questione “etica” relativa alla sua lunga permanenza alla guida di PescarAbruzzo. Lui si è difeso appellandosi alle norme che gli consentono di guidare la Fondazione da 25 anni. Come si supera questo scoglio normativo?

Mi aiuto nella risposta con un pensiero di Silvio Spaventa, padre della patria, secondo il quale le norme devono produrre condotte virtuose, una grande lezione che non dobbiamo mai dimenticare; per fortuna in Abruzzo c’è la Fondazione Spaventa che tiene viva l’eredità di pensiero di questo grande italiano.
Se vogliamo essere a questa altezza non possiamo mostrare mai indifferenza.
Il professor Mattoscio ha spiegato che il Long COVID ha impedito alla norma di realizzare la durata a tempo del suo mandato e, francamente, nella sua anch’essa lunga audizione in Commissione d’Inchiesta, ho rilevato come stanchezza e fastidio per lo stato di necessità da lui subito e patito nel dover restare tanto a lungo presidente.
Per questo mi sono reso disponibile a proporre un aggiornamento normativo che in futuro non imponga permanenze forzose, proprio operando su meccanismi capaci di automatismo e di certezza di ricambio.

3) Lei si è sempre detto disposto a un confronto pubblico con Mattoscio, al quale il presidente di Pescarabruzzo si è fino a oggi sottratto. Come sarà possibile porre fine a questa vicenda che non si può certo ridurre a una lite di condominio, considerata la sua portata?

Ho chiesto un confronto pubblico, che non immagino come un duello tra incoloriti fattisi paonazzi, ma come un ragionamento che si può fare in tanti modi: frontalmente, digitalmente, con le modalità ottocentesche di interventi a botta e risposta, oppure durante un convegno, alla sola condizione di dare nomi e cognomi ai fatti, in maniera appropriata.
Nuccio Fava collocato alla guida del TG1 trenta anni fa spiegò che l’aver depositato il suo curriculum non equivaleva ad aver superato un concorso pubblico, ma solo di aver meritato una chiamata fiduciaria, che non è disonore per la democrazia.
Aggiungo una cosa. Sono stato qualificato come un attaccante nei confronti della Fondazione, ma nei fatti ho solo scritto e posto interrogativi: non è sregolatezza chiedere un confronto a una figura in esercizio di un rilevante ruolo collettivo. Certamente è vero che ho sottoposto due questioni di rilievo sociale al Presidente della Fondazione o al suo Segretario Generale, entrambe dicibili in pubblico e privato: la filanda di Pescara da ricostruire, a completamento di un programma prevalentemente coperto allora sul piano finanziario dalla Regione, e un intervento una tantum per una eccellenza del nostro terzo settore che rappresenta un avamposto di reazione al dolore, soprattutto in un tempo segnato dalla rottura di civiltà della pandemia: mi riferisco alla Fondazione CEISS di Anna Durante che è molto di più di tutti noi messi insieme.

4) Fra pochi giorni lei si troverà nell’urna del Parlamento a votare per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Proprio su invito della Fondazione, Mattarella è stato a Pescara qualche mese fa per la inaugurazione dell’Imago Museum realizzato da Pescarabruzzo. Cosa ricorda di quella giornata?

Ricordo la meraviglia del Presidente Mattarella, non solo per il meraviglioso artistico del Museo presentato al grande pubblico con i migliori auguri collettivi. Mi ha colpito molto la compostezza meravigliatissima del nostro Presidente e l’essenzialità delle sue pochissime parole, che probabilmente si componevano con l’intervento di consistenza vistosamente ordinamentale, compiutamente soddisfatto, tenuto dal professor Mattoscio.

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