“In questo momento, sulla questione dei finanziamenti alle imprese e professionisti, istituti bancari e istituzioni parlano due lingue diverse. Questo stallo va superato al più presto. L’obiettivo della ripartenza del sistema produttivo al quale puntiamo come sistema Paese necessita di ulteriori iniziative utili a superare un’impasse che rischia di pregiudicare la tenuta e la ripresa del tessuto economico del Paese”. È quanto chiedono in una interrogazione urgente al Ministro dello Sviluppo economico e al Ministro dell’economia e delle finanze Dario Stefàno, vice presidente dei senatori Pd e Luciano D’Alfonso, vice presidente della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario.
“Il decreto legge n. 23 dell’8 aprile 2020 – scrivono i due firmatari – ha trasformato il Fondo di Garanzia per le Pmi in uno strumento capace di garantire fino a 100 miliardi di euro di liquidità, potenziandone la dotazione finanziaria ed estendendone la platea di utilizzo. Secondo quanto previsto, l’intervento del Fondo centrale di garanzia è concesso senza valutazione per i nuovi finanziamenti a Pmi e professionisti penalizzati dall’emergenza COVID-19, fino a 25 mila euro, con copertura pari al 100 percento in garanzia diretta”.
“Il decreto – proseguono i senatori – è chiaro: il soggetto finanziatore eroga il finanziamento previa verifica dei requisiti posseduti, senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del gestore del fondo medesimo. Nei fatti, però, così non è”.
“In tutti i documenti ufficiali si specifica che, a meno che ci siano posizioni classificate come sofferenze e il richiedente non sia segnalato per esposizioni deteriorate prima del 31 gennaio 2020, una volta inserita la domanda, per questo tipo di prestiti, non viene effettuato alcuna valutazione da parte del Fondo su soggetto richiedente e banca erogante. Inoltre l’Abi ha precisato che questi finanziamenti non possono essere utilizzati per compensare prestiti preesistenti.
“I fatti ci dicono, però, tutt’altro – concludono – per questo chiediamo urgentemente che i Ministeri competenti predispongano ulteriori e urgenti iniziative”.