Nell’interrogazione ai ministri De Micheli e Gualtieri ricordo che la straordinarietà della pandemia da Covid-19 sta travolgendo numerose filiere industriali e, nell’evolversi di un contesto di crisi senza precedenti, il settore dei trasporti risulta uno dei più gravemente colpiti, in ragione delle misure di contenimento adottate dalle Autorità, dalla ridotta mobilità di persone, dalle chiusure e dalle restrizioni di viaggio. In particolare, la crisi emergenziale da Covid-19 ha avuto un grave impatto sul traffico aereo e come affermato dall’International Air Transport Association (IATA) “le compagnie aeree stanno registrando un forte calo della domanda”, e le enormi difficoltà sono emerse soprattutto in Italia, dove nella c.d. Fase 1, come riportato dagli organi di stampa, “il traffico è diminuito del 90%, mentre quello inerente agli scali in Europa (Unione europea, Svizzera e Gran Bretagna) è diminuito del 54%,” e, in tal senso, il Presidente dell’Airports Council International Europe, ha dichiarato: “Stimiamo che questi aeroporti perderanno complessivamente 100 milioni di passeggeri nel primo trimestre dell’anno, rispetto a un’attività normale”.
Considerato che l’epidemia da COVID-19 è stata formalmente riconosciuta dal d.l. n. 18/2020 come calamità naturale ed evento eccezionale per il trasporto aereo, rendendo a tal fine applicabile l’art. 107, comma 2, lett. b) del TFUE, che sono state previste misure compensative dei danni subiti, come conseguenza diretta della pandemia, per le imprese di trasporto aereo passeggeri che esercitano oneri di servizio pubblico, rilevo che i problemi maggiori, tuttavia, gravano sulle compagnie aeree low cost e, di conseguenza, sugli aeroporti da queste serviti, che solitamente sono quelli più piccoli in quanto più economici e consentono una maggior efficienza sulle fasi di partenza e di arrivo, in quanto viene meno il riempimento dei velivoli per garantire il distanziamento.
Inoltre l’Europa è la regione più colpita e le compagnie europee sono quelle più a rischio in questo momento, arrivando a registrare – come stimato dall’International Air Transport Association (IATA) – un calo dei ricavi di 76 miliardi, con una riduzione del traffico passeggeri per km del 46% rispetto al 2019, anno in cui nei 45 aeroporti italiani, il traffico commerciale complessivo internazionale e nazionale, ha totalizzato un numero di voli pari a 1.442.084 con 191.207.014 passeggeri trasportati e 1.060.802 tonnellate di merci movimentate (dati ENAC 2019)”.
Il 23 aprile scorso l’ENAC ha pianificato, in modo coordinato con le associazioni di categoria del settore aereo, la ripartenza del comparto sull’avvio della c.d. Fase 2 dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, adottando alcune misure, di propria competenza, per supportare l’economia di settore, tra cui la sospensione dei canoni relativi alle concessioni aeroportuali e delle fatturazioni ENAC, la proroga dei termini dei pagamenti e delle quote annuali di iscrizione all’Albo Gente dell’Aria.
I vertici delle associazioni di categoria hanno inoltre sottolineato la necessità di avere linee guida tempestive, univoche, armonizzate, realizzabili concretamente e flessibili al fine di consentire una ripartenza che permetta ai passeggeri di avere garanzie sul rispetto delle prescrizioni sanitarie e che dia anche la possibilità agli operatori di ricominciare, senza ulteriori costi.
Tenuto conto che la criticità più importante per le compagnie low cost riguarda il distanziamento a bordo degli aeromobili che mette a dura prova la sostenibilità economico-finanziaria dei voli, mettendo a rischio la riattivazione dei servizi e, dunque, l’operatività e la sopravvivenza degli aeroporti, soprattutto quelli a minor traffico, in cui il vettore principale, determinato in base al numero dei passeggeri trasportati, risulta essere quello low cost rispetto ai vettori tradizionali; e che nel contempo la ripresa debba essere comunque avviata garantendo la sicurezza e la tutela della salute dei viaggiatori e dei lavoratori del comparto, chiedo di sapere dai Ministri interrogati:
-quali interventi normativi e misure di carattere economico-finanziario intendano adottare con celerità a sostegno della ripresa di quello che attualmente si presenta come uno scenario drammatico per gli aeroporti italiani, condivisi con l’industria e con i principali player del settore, in risposta alle circostanze eccezionali causate dall’epidemia Covid-19;
-quali azioni intendano adottare in alternativa alla misura del distanziamento dei passeggeri a bordo degli aeromobili, capaci di garantire gli stessi livelli di sicurezza, in considerazione dei problemi maggiori che gravano sulle compagnie aeree low cost a causa del minore riempimento del velivolo e, dunque, indispensabili per la sopravvivenza degli aeroporti con minor traffico;
-se i Ministri interrogati siano a conoscenza di specifiche decisioni che la Commissione europea intenda adottare, contenenti nuove regole per gli aiuti di stato nel trasporto aereo utili a fronteggiare l’emergenza sanitaria.