Il problema è stato sottoposto all’attenzione del ministro del Welfare Elena Bonetti, e per conoscenza al premier Giuseppe Conte:
Il recente Decreto “Cura Italia” ha liberato le prime preziose risorse per rispondere a questa situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo a causa del nuovo coronavirus, ed ha altresì previsto norme a tutela di imprese e lavoratori.
Nel suddetto Decreto però, non sono state previste misure specifiche per i “Caregiver”, ai quali sono state prospettate le due uniche soluzioni di allungamento dei giorni di permesso derivanti dalla L. 104/1992, da 3 a 18 giorni da poter usufruire in due mesi, ed il congedo straordinario di 15 giorni con riduzione del 50% della retribuzione.
Entrambe le misure non riescono a rispondere alla duplice esigenza di prestare assistenza continuativa ai propri cari e di non gravare ulteriormente sul bilancio familiare.
Doversi recare a lavoro ed entrare a contatto con altre persone, espone a rischio i lavoratori stessi ed i loro cari; gli stessi, infatti, in ragione del loro stato di salute fortemente debilitato, non riuscirebbero a superare un’eventuale patologia come quella del Covid-19.
La soluzione prospettabile che mi permetto di sottoporTi è la possibilità di usufruire del congedo straordinario dell’INPS, da modulare caso per caso, che permetterebbe loro di assentarsi dal lavoro per un periodo massimo di due anni; inoltre, per i soggetti beneficiari del permesso della L. 104/1992, il periodo trascorso di assenza da lavoro sino ad ora non andrebbe computato nei giorni del congedo, per non privare i beneficiari di un mese prezioso che verrebbe sottratto all’assistenza dei propri cari.
È una situazione di emergenza straordinaria quella che stiamo vivendo, e come tale necessita di misure altrettanto straordinarie per riuscire a far fronte alle molteplici esigenze che i cittadini stanno vivendo, gravati altresì dalla fragilità dei propri familiari.