In questo momento così complicato per il nostro Paese non posso esimermi dal condividere la forte preoccupazione in ordine alla decisione assunta ne corso della riunione del Comitato Ristretto tenutasi tra i sindaci dei Comuni interessati ed il Direttore Generale della Asl di Chieti-Lanciano-Vasto, Dott Thomas Schoel con la quale è stato individuato il Presidio Ospedaliero di Ortona “Gaetano Bernabeo” quale uno degli ospedali Covid-19. Proprio su tale scelta, in ragione del ruolo istituzionale affidatomi, ritengo doveroso farmi portavoce di una serie di perplessità , con l’auspicio che possano fungere da impulso per una aggiuntiva riflessione di merito.
L’ospedale di Ortona, ad oggi, è l’unico centro di riferimento della Regione Abruzzo per le cure oncologiche della donna; soltanto nel 2019, nello stesso presidio, sono state operate più di seicento donne con tumori della mammella.
Il primo grande timore è, dunque, che questo importante centro d’eccellenza possa venire considerato non più sicuro per le tante donne che ogni giorno si trovano a dover combattere con una malattia già di per se estenuante. Si tratta evidentemente di persone fragili, debilitate fisicamente e psicologicamente, alle quali dovrebbe evitarsi di vivere questo ulteriore disagio.
Altresì desta dubbi di concreta fattibilità la creazione, come sostenuto questa mattina, di due distinti e separati percorsi: uno per i pazienti oncologici, l’ altro per i pazienti Covid-19. Ciò in quanto, laddove tale realizzazione non risultasse totalmente sicura, si rischierebbe la condivisione degli spazi tra le moltissime donne sottoposte alle cure oncologiche, già compresse dal punto di vista immunologico, e a pazienti altamente contagiosi affetti da Covid-19.
Così come dovrebbe evitarsi alle donne e alle loro famiglie, già spaventati per il male che direttamente li affligge, di trovarsi a vivere nella ulteriore condizione di paura da contagio del Coronavirus.
Per tale ragione, offrendo la massima collaborazione, auspico che possa individuarsi un’ idonea e alternativa soluzione per contenere e curare i pazienti affetti da Coronavirus, evitando l’esposizione al pericolo delle tante donne in cura presso il presidio ospedaliero di Ortona.