La riunione è stata convocata per due questioni:
– da una parte la gestione dell’emergenza dove tutti hanno risposto collaborativamente.
– La seconda questione, più impegnativa e più complessa, è come rimuovere l’emergenza.
Per la rimozione dell’emergenza, dopo i dinieghi, dell’autorità giudiziaria noi dobbiamo fare in modo che si presentino dei “fatti nuovi” ad opera del soggetto gestore dell’autostrada.
Autostrade per l’Italia deve produrre “un fatto nuovo” nel rispetto dei ruoli, delle competenze e anche concordatamente all’autorità giudiziaria.
Va determinata una lettura attenta sia degli appunti dell’autorità giudiziaria che delle relazioni tecniche riguardanti il sistema di ancoraggio, per esempio, dei guard rail rispetto alla soletta del sedime autostradale.
Su questo, va coinvolta la massima bravura accademica per trovare una maniera di interloquire con l’autorità giudiziaria e fare in modo che all’istanza, con certezza, segua il consenso.
Sono nella condizione di potere dire che l’autorità giudiziaria, in una sede istituzionale, sia disposta ad interloquire con le prefetture, con il Presidente della Regione e con coloro i quali hanno una veste istituzionale.
Non va bene che Autostrade continui a fare istanza, quasi, nella sua esternalità e separatezza.
Rispetto alla prima volta del diniego c’è stato un fatto nuovo che non è stato sufficiente e l’atteggiamento positivo della direzione generale vigilanza autostradale del famoso migliorino del Mit.
Adesso, a questo, deve seguire un ulteriore “fatto nuovo” che deve mettere in campo Autostrade per ottenere una “gradazione dell’inibizione”: ad oggi è inibito per un certo numero di carichi un certo numero di opere d’arte dell’infrastruttura autostradale.
Per fare in modo che questa inibizione si rimpicciolisca e conosca una gradazione va prodotto un fatto nuovo concordatamente e se diciamo concordatamente è perché è possibile poiché non si tratta di una domanda di pensione dove “uno la fa e poi aspetta che l’Inps dica di Si o di No”.