Cinquecentoquarantuno euro in più all’anno di spesa per le famiglie, a causa dell’aumento dell’Iva. È ciò che potrebbe accadere dopo la curiosa e violenta comunicazione di Pescara, che passerà alla storia come “discorso di Pescara”. Mi riferisco allo scadente e scaduto ministro dell’Interno Salvini, il quale ha fatto sapere che l’esperienza di governo è finita. Ma le ragioni di gravità sono anche altre. Le clausole di salvaguardia per l’Iva, infatti, andranno a scadenza, e l’aliquota passerà dal 22 al 25%, e per quella ridotta dal 10 al 13%. In più, noi abbiamo un piano inclinato del quadro della Finanza pubblica. Sotto questo aspetto, se la crisi di governo ci dovesse davvero essere, faccio notare che si verificheranno dei ritardi sul miliardo e 566 milioni di euro per le ferrovie destinati all’Abruzzo, che andranno in soffitta. E così sarà anche per i porti.
E poi come non sottolineare che il governo regionale in verifica è in disarmo? C’è un’incertezza di fondo, in quanto noi ci dovremmo chiedere cosa è accaduto in più, con la Lega al governo in Abruzzo. Nella realtà, non è accaduto nulla. Anche la paventata autonomia differenziata delle Regioni, di cui si discute a livello nazionale, va in questa direzione. Questa, se dovesse essere introdotta, farà sprofondare l’Abruzzo, perché ad esso verrà dato di meno, mentre ad altre Regioni del Nord Ovest ancora di più. Noi, al contrario, dobbiamo lavorare invece su quella strada in cui tutte le Regioni italiane vadanoavanti insieme.
L’attenzione va però rivolta al futuro e voglio far notare che le esportazioni italiane stanno riprendendo. Inoltre, lo voglio rimarcare, così come faceva il compianto cardinale Martini, interpreteremo sempre la parola “potere” come un verbo, un predicato. Mai come un sostantivo. Il potere è una facoltà che si esercita, non un già dato da conquistare, così come anela qualcuno, che chiede «più poteri», ricordando passati decenni che hanno portato solo disastri. Il mio sguardo, tuttavia, è volto verso il futuro e il sereno, e guardo non solo ai numeri che dicono che le esportazioni italiane stanno aumentando, ma anche verso la speranza che la settimana prossima, quando io sarò a Roma in Senato, l’attuale situazione politica prenda la curvatura giusta.